Lorella S.
5/5
Nulla è scontato. Tantomeno scegliere il luogo in cui andare in vacanza, e, ancor più difficile è scegliere la sistemazione, albergo, campeggio o villaggio turistico che sia.
Forse prima o poi avrai la fortuna che un posto scelga te. E questa sarà la svolta. Definitiva. Che cambierà in meglio la tua esistenza.
Intendo “vacanza” nel senso più letterale del termine, non un tour o un viaggio per visitare un paese lontano, per scalare montagne, per scoprire un’altra cultura o un ecosistema che ci affascina.
No, no … parlo di infradito tutto il giorno, ottima e abbondante cucina, cioè quella vera, della nonna, ma una nonna dotata di un talento fuori misura ai fornelli e di un’anima bella, dolce, sempre accogliente e oltremodo generosa con tutti i nipoti, anche coi più pestiferi e monelli.
E che abita al mare, cioè, sul mare, a 20 secondi a piedi dalla spiaggia sabbiosa più curata e col mare più placido che tu possa immaginare, di una temperatura dell’acqua davvero ideale, quella sempre giusta, mai da pozza stagnante scaldata troppo dal solleone, ma nemmeno da costa atlantica della penisola iberica, dove per entrare in acqua senza muta ti ci vuole sempre un quarto d’ora, a patto che non rinunci ai tuoi propositi balneari prima che l’oceano lambisca il tuo ventre.
Voglio un litorale baciato da un sole forte, potente e caldo, autenticamente mediterraneo.
E la spiaggia, diamine, la voglio sempre e solo col “mio” bagnino, Oscar, di nome e di fatto, al merito di un’ospitalità senza eguali. Con sua moglie che ti serve degli Spriz spaziali, abbondanti e alcolici al punto giusto, con la fetta d’arancia e pure, ecco la chicca, con una bella e grossa oliva di provenienza pugliese.
No, non sto parlando della Puglia, che pur amo e non poco.
Siamo ben più a nord, comunque sulla costa adriatica.
Ad ogni modo voglio trascorrere la mia vacanza in un piccolo albergo a conduzione famigliare, con una lunga tradizione alle spalle, desidero un albergo in cui Stefano e Maria, i titolari, m’ascoltino sempre, pazienti e cortesi quando chiedo all’uno o all’altra un consiglio in merito ad una cantina vinicola o un frantoio della zona in cui fare acquisti.
Voglio un golosissimo prosciutto crudo romagnolo a colazione e una fetta di pecorino dolce da assaporare sulla fragranza del pane appena sfornato e pretendo un caffè espresso come si deve, ristretto e cremosissimo, ma esigo pure il mio fottuto thè nero, ogni mattina, sempre alla stessa ora, sul presto, prima di andare a pesca.
Voglio andare al mare in moto, partendo dai miei monti e arrivando a Misano rilassato, in poche ore.
La sera poi voglio andare a bere la birra artigianale di Paolino, anche per farmi assordare ancora una volta dal rombo della Honda HRC Gresini del mio adorato Sic, che continua a mancarmi come quel maledetto giorno in cui se n’è andato.
Sì, perché Paolino, quel bolide di rara poesia e libidinosa violenza, lo accende davvero. Ogni sera. Nel suo locale, sempre alla stessa ora, per due motivi; il primo è che voleva bene a Marco per davvero, il secondo è perché è un patacca romagnolo verace, di un’autenticità disarmante, tamarro ed eccessivo come solo una persona nata tra Cesenatico e Cattolica riesce ad essere. Naturalmente. Gli viene così, mica fa finta o fa il figo. No, no, Paolino è così. Punto.
Voglio farmi una pistata col Ducatone e scendere in piega alla Curva del Tramonto pensando agli infiniti traversi del Vale Nazionale perché quando correva io ero giovane, più giovane di quanto siamo oggi, perché Vale e io siamo nati nello stesso anno.
Voglio andare al mare a Misano Adriatico, ma sempre e solo all’HOTEL BIANCHI.
Stefano e Maria, vi abbracciamo forte-forte-fortissimo!
Ci vediamo in luglio!
Marco e Lori da Bolzano